Come le ondate di calore possono accelerare l’invecchiamento cellulare e aumentare il rischio di malattie croniche.
Le ondate di calore, rese sempre più frequenti e intense dal cambiamento climatico, non sono solo fastidiose: rappresentano un rischio concreto per la salute a lungo termine. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health, l’esposizione prolungata a temperature elevate contribuisce allo stress ossidativo e all’infiammazione cronica, due fattori chiave nell’invecchiamento precoce delle cellule.

Il caldo estremo accelera l’invecchiamento: le prove scientifiche
Questi processi aumentano la produzione di radicali liberi, molecole instabili che danneggiano il DNA, in particolare quello mitocondriale, compromettendo la produzione di energia e la rigenerazione cellulare. Il risultato? Una maggiore vulnerabilità a malattie cardiovascolari, neurodegenerative e metaboliche, come il diabete di tipo 2.
Chi rischia di più e cosa si può fare
Non tutti sono colpiti allo stesso modo. Gli anziani, i bambini, le persone con malattie croniche e chi vive in condizioni precarie sono particolarmente vulnerabili. Il sistema di termoregolazione negli anziani, ad esempio, è meno efficiente, rendendoli più esposti a colpi di calore e scompensi metabolici.
Anche i lavoratori all’aperto, come agricoltori e muratori, sono tra i più esposti, insieme a chi abita in aree urbane con pochi spazi verdi. Per proteggersi, è essenziale adottare comportamenti mirati: idratazione costante, evitare l’attività fisica nelle ore più calde, indossare abiti chiari e leggeri, e restare in ambienti freschi.
A livello urbano, l’aumento delle infrastrutture verdi, come alberi e parchi, e l’uso di materiali riflettenti può ridurre l’effetto “isola di calore”. Le autorità sanitarie, inoltre, stanno iniziando a integrare dati ambientali e sanitari per identificare chi è più a rischio e fornire strategie di prevenzione personalizzate.
Le ondate di calore non sono solo un problema estivo: sono una minaccia sistemica alla salute pubblica. Riconoscerle come tali è il primo passo per proteggersi e vivere più a lungo.